Reiki:
L'Incontro tra Oriente ed Occidente
MEDICINA OCCIDENTALE |
Reiki: L'Incontro tra Oriente ed Occidente2 IL CAMMINO DELL'ESSERE UMANO2.1 Il Corpo nella Preistoria e nelle Culture PrimitiveI dati che ci consentono di ricostruire la concezione del corpo nella cultura preistorica ed in quella dei cosiddetti primitivi sono scarsi e di ardua interpretazione. Tali culture, di cui si posseggono reperti assai parcellizzati, esprimono atteggiamenti estremamente complessi: è dunque quasi impossibile rintracciare in esse una "idea" di corpo, poiché ciò presupporrebbe l'applicazione di criteri interpretativi, pertinenti alla logica occidentale. E' comunque possibile fare riferimento a due momenti precisi: da un lato, l'immagine del corpo che appare nelle figurazioni primitive, e dall'altro la "rappresentazione" del corpo messa in luce dalle cerimonie e dai racconti. Un prezioso aiuto di comprensione si può ritrovare osservando le notizie relative alla cura del corpo, sia nelle pratiche quotidiane che nel culto dei morti. Le figurazioni paleolitiche dove compare l'immagine del corpo umano sono rare, di difficile interpretazione e meno numerose di quelle che rappresentano gli animali.
Meraviglioso è pensare al valore che tutti i popoli primitivi danno
a quella armoniosa esplosione di vitalità corporea e gestuale che è
la danza. La danza è l'espressione corporea che si manifesta spesso con
l'imitazione dell'ambiente esterno e più precisamente della Natura. Così i Boscimani presentono l'avvicinarsi di uomini e animali e rivivono
il ricordo di persone o episodi, non solo con il pensiero, ma percependo nel
proprio corpo i segni nel quale si identificano episodi e persone. Nella sfera rituale, ad esempio, incontriamo il fenomeno della trance.
In questo stato psicofisico tutto avviene come se un'altra persona entrasse
nel corpo del "posseduto" e ne determinasse i movimenti. Ecco l'Uomo: creatura il cui sguardo esprime l'orgoglio di possedere un dono che altri esseri della natura non hanno: il pensiero. Pensando, l'uomo costruì i primi strumenti per dominare la Natura. Alcune manifestazioni del pensiero umano sono le regole, le norme, le leggi del vivere sociale che hanno dato origine alle civiltà, dove ancora pensiero e azione consentirono la nascita di credenze religiose, della politica, della scienza e dell'arte. 2.2 La concezione dell'Universo nella cultura OccidentaleIl percorso e l'evoluzione della scienza occidentale hanno origine dalle filosofie mistiche dei primi filosofi greci. Le radici della Scienza Occidentale vanno ricercate, nel primo periodo della filosofia greca, nel sesto secolo a.C., in una cultura nella quale Scienza, Filosofia e Religione vivono in simbiosi. I saggi della Scuola di Mileto non erano interessati a tali distinzioni. La loro aspirazione era scoprire la natura dell'essenziale, ovvero la costituzione reale delle cose. La cultura greca successiva definì i filosofi della scuola di Mileto "Ilozonisti", cioè coloro che pensano che la materia sia inanimata". Non facevano distinzione tra animato ed inanimato, tra spirito e materia. Essi non avevano un termine per indicare la materia, in quanto consideravano tutte le forme di esistenza manifestazioni dotate di vita e di spiritualità. Talete sosteneva che tutte le cose sono piene di Dei e Anassimandro concepiva l'Universo come organismo alimentato da una "pneuma", il respiro cosmico. La concezione organicistica della Scuola di Mileto presenta analogie con le antiche filosofie indiana e cinese e le somiglianze con il pensiero orientale diventano più evidenti nella filosofia di Eraclito di Efeso. Egli credeva che il Mondo fosse in perenne mutamento, in eterno "Divenire". Per Eraclito la staticità dell'essere era pura illusione, considerava
il fuoco il Principio Universale, simbolo del continuo scorrere e trasformarsi
di tutte le cose. Riteneva che tutte le trasformazioni nel mondo nascessero
dall'azione reciproca dinamica e ciclica dei Contrari e pensava ogni coppia
di Contrari come Unità. A questa unità, che contiene e trascende
tutte le forze opposte, dava il nome di Logos. Ebbe così inizio una tendenza di pensiero che condusse alla separazione
di spirito e materia e diede origine al dualismo che caratterizza la filosofia
occidentale. Parmenide chiamava il suo principio fondamentale l'Essere e lo considerava uno e immutabile. Riteneva impossibile il mutamento e giudicava pure illusioni dei sensi i cambiamenti che a noi sembra di percepire nel Mondo. I filosofi greci del quinto secolo a.C., nel tentativo di conciliare la Teoria
dell'Essere Immutabile di Parmenide con quella dell'Eterno Divenire di Eraclito,
sostennero che l'Essere si manifesta in sostanze che, mescolandosi e separandosi,
danno origine ai mutamenti che si verificano nel Cosmo. Gli Atomisti greci tracciarono una netta linea di separazione tra spirito e materia, immaginarono la materia composta da diversi "mattoni fondamentali" definiti come particelle completamente passive ed inerti, il cui moto si riteneva provenisse da forze di origine spirituale. Non appena si affermò l'idea di una separazione tra spirito e materia, i filosofi rivolsero la loro attenzione al mondo spirituale, all'anima umana, alla conoscenza del vero modo d'essere delle cose ed ai problemi etici. Aristotele esplorò e sistemizzò il pensiero filosofico
e scientifico dell'antica cultura greca e le sue dottrine posero le basi del
Sapere del nostro tempo. Verso la fine del Cinquecento, lo studio della Natura fu affrontato in modo scientifico e sperimentale per dimostrare la validità delle ipotesi teoriche. In tale periodo si verificò un crescente interesse per la Matematica, la Fisica e l'Astronomia. A partire da principi ricavati dall'esperienza, Galileo Galilei,
per l'organicità dei suoi studi, fu il primo a combinare la conoscenza
empirica con la matematica. Egli faceva costantemente ricorso alla sperimentazione
scientifica ed a deduzioni matematiche: anche per questo viene considerato il
padre della scienza moderna. Dio è unico, regge e conosce ogni cosa che è o può essere.
La presenza di Dio è la sola che rende ragione dell'ordine del Cosmo
in cui si configurano spazio e tempo che coesistono all'Infinito. Tali studi
metafisici condussero all'immagine di un Dio monarca che, dall'alto, governava
il mondo, imponendo ad esso la sua legge divina. Cartesio afferma che "la capacità di ben giudicare e di distinguere il vero dal falso è uguale in tutti gli uomini". "La ragione è la sola cosa che ci fa uomini e ci distingue dalle bestie". Da questa idea nasce l'intero sapere sulla ragione e tale nuova scienza, in accordo col metodo matematico, si sarebbe svolta secondo "catene di ragioni" chiare e distinte, ossia semplici ed evidenti passaggi accessibili all'intelletto di ogni uomo. Il ragionamento matematico ed il modello di dimostrazione fornito dalla geometria
divennero il fulcro del razionalismo: analisi e sintesi. In base a questi si
riproduce nel Sapere l'ordine dell'Universo. E' affascinante notare come la scienza del ventesimo secolo, nata dalla separazione cartesiana e dalla concezione meccanicistica del mondo, superi oggi questa frammentazione e ritorni nuovamente all'idea di unità espressa nelle prime filosofie greche ed orientali. 2.3 La concezione dell'Universo nella cultura OrientaleLa concezione orientale dell'Universo è di tipo "organicistico", a differenza di quella occidentale, più orientata al meccanicismo. Per il mistico orientale, tutte le cose e tutti gli eventi sono interconnessi,
collegati tra loro, sono soltanto differenti aspetti o manifestazioni della
stessa realtà. L'aspirazione più elevata in tale pensiero è la consapevolezza
dell'unità e della interconnessione reciproca di tutte le cose, di trascendere
la nozione di sé come individuo singolo e di identificarsi con la realtà
ultima. Nella concezione orientale, la divisione della natura in unità separate
non è fondamentale e ciascuna di esse ha un carattere fluido e continuamente
mutevole e si esprime attraverso il "Divenire" di tutte le cose. Poiché il movimento e il "Divenire" sono proprietà
essenziali delle cose, le forze che causano movimento non sono esterne alle
parti, ma sono una proprietà intrinseca della materia. 2.4 La Mente Razionale e IntuitivaNel corso della storia, si è constatato che la mente dell'uomo è capace di due tipi di conoscenza, chiamati razionale e intuitiva, tradizionalmente associati alla scienza ed alla religione. In Grecia Socrate si espresse dicendo: "So di non sapere nulla", in Cina Lao-tzu disse: "Somma cosa è non sapere di sapere". In Oriente i nomi con cui vengono indicati i due tipi di conoscenza rivelano il diverso valore ad essi attribuito. Le Upanisad parlano di una conoscenza più elevata e di una inferiore: la prima è associata alle varie scienze, la seconda alla consapevolezza religiosa. I Buddisti parlano di conoscenza relativa e di conoscenza assoluta, di verità condizionale o verità trascendentale. La filosofia cinese ha sempre sottolineato la natura complementare dell'intuitivo
e del razionale, rappresentandoli con la coppia di archetipi Yin e Yang:
i principi fondamentali del pensiero cinese. Come conseguenza, si sono sviluppate
nell'antica Cina due tradizioni filosofiche complementari: Taoismo e Confucianesimo. La conoscenza razionale deriva dall'esperienza che si ha degli oggetti e degli
eventi nel nostro ambiente quotidiano. Essa appartiene al campo dell'intelletto
ed ha la funzione di dividere, confrontare, misurare, discriminare, ordinare
in categorie. Questo permette il crearsi di distinzioni intellettuali e la formazione
di opposti che possono esistere solamente l'uno in rapporto all'altro. In generale, lo scopo del misticismo orientale è la ricerca di un'esperienza
diretta della realtà, che trascenda, non solo il pensiero intellettuale,
ma anche la percezione sensoriale. E' curioso notare come, nel campo della ricerca scientifica, la componente
razionale sarebbe inefficiente se non fosse completata dall'intuito, che rende
creativi gli scienziati che sono in grado di progettare e studiare gli eventi.
Lo scopo fondamentale della meditazione è proprio quello di far tacere
la mente pensante, spostando la consapevolezza dalla modalità razionale
a quella intuitiva. In molte forme di meditazione, il silenzio della mente razionale
si ottiene concentrando l'attenzione su un singolo particolare, come il proprio
respiro o il suono di un mantra. Questo modo di "pensiero" è la via dello Yoga indù
e del T'ai Chi Ch'uan taoista. In Giappone, la forte influenza dello Zen sulla tradizione dei Samurai dette origine al bushido, "la via del guerriero", arte della spada, il cui intuito spirituale dello schermitore raggiunge la più alta perfezione. Il T'ai Chi Ch'uan taoista, che fu considerato la massima espressione dell'arte marziale in Cina, fonde ritmici e lenti movimenti con la prontezza della mente del guerriero. Le cerimonie giapponesi del tè sono ricche di movimenti lenti e rituali. La calligrafia cinese richiede un movimento spontaneo e fluido della mano. Queste arti sono usate in Oriente per sviluppare la modalità meditativa della coscienza. 2.5 La Medicina in Oriente e in Occidente: due Modi di Vedere e di PensareLa medicina cinese desta curiosità ed interesse anche in Occidente. Alcuni la considerano superstizione, prodotto di un pensiero primitivo e magico. Se il paziente viene guarito tramite erbe o con l'agopuntura, si considerano solo due spiegazioni: o si è trattato di una cura psicosomatica o di un caso, effetto fortunato dell'inserzione casuale di aghi. Si ritiene spesso che solo la scienza e la medicina occidentale detengano la chiave della verità. In realtà, la medicina cinese è un sistema di pensiero operativo
coerente, sviluppato nel corso di oltre due millenni. Si basa su testi antichi
ed affonda le sue radici nella filosofia, nella logica, nella sensibilità
e nelle abitudini di una civiltà diversa dalla nostra. Due diversi mondi
sono riflessi nelle percezioni delle due tradizioni- medicina occidentale e
medicina cinese- eppure entrambe sono in grado di guarire lo stesso corpo. La medicina occidentale si occupa principalmente di categorie o agenti patologici suscettibili di essere isolati, che vengono trattati, trasformati, e talvolta distrutti. Il medico occidentale parte da un sintomo e ne ricerca il meccanismo sottostante: una causa precisa per un malattia specifica. La logica del medico occidentale è spesso di tipo analitico. La logica del medico cinese è di tipo globale, attenta alla totalità dell'individuo. La medicina cinese è solita descrivere la malattia come una situazione di "squilibrio", a cui viene dato il nome di "disarmonia". Le disarmonie del corpo umano risultano essere il punto di riferimento della terapia di guarigione che ha il fine di ricondurre l'individuo all'armonia ed all'equilibrio. Il sintomo non viene ricondotto ad una causa precisa, ma è visto come parte di una totalità. Tale metodologia è l'espressione della concezione olistica, che prende in esame l'organismo in quanto totalità organizzata e non come semplice somma di parti. Così se una persona sta bene o è in armonia, non presenta sintomi che la disturbano: manifesta un equilibrio mentale, fisico, spirituale. Se la persona si ammala, il sintomo è solo un aspetto di uno squilibrio
corporeo che si manifesta in più aspetti comportamentali e relazionali
della persona. |
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